Dagli studi condotti dal Centro Ceramico di Bologna con il supporto di Confindustria Ceramica emerge che l’industria delle piastrelle di ceramica ha conseguito importanti risparmi energetici nel corso degli anni.
Dall’analisi dei dati settoriali si evidenzia che il consumo specifico di gas naturale si è stabilizzato, a partire dal 2010, nell’intervallo tra 3 e 5 GJ/t (era pari a 12 GJ/t negli anni Ottanta). Per quanto concerne invece il consumo specifico di energia elettrica, si osserva in generale un aumento dei valori per le classi “1(A+B)” e “2” rispetto al precedente metodo di calcolo, il quale non considerava la quota parte di energia elettrica auto-prodotta e consumata internamente.
Il consumo di acqua è un altro aspetto rilevante del processo produttivo: il suo utilizzo avviene principalmente nelle fasi di macinazione delle materie prime, di smaltatura e di finitura delle piastrelle cotte. Grazie ai notevoli investimenti, il distretto ceramico è riuscito a realizzare significative riduzioni nel campo del consumo idrico agendo da una parte sulla razionalizzazione dell’esistente e dall’altra sull’innovazione tecnologica. I dati relativi alla gestione delle acque e del bilancio idrico mostrano un recupero pressoché totale delle acque reflue, con conseguenze positive associate sia al risparmio di risorse idriche, sia alla protezione dell’ambiente.
A differenza di altri settori produttivi, l’industria ceramica, e quella delle piastrelle in particolare, è in grado di riciclare al proprio interno la maggior parte dei rifiuti che vengono creati in fase di produzione. L’innovazione tecnologica ha inoltre permesso di reintrodurre nel ciclo produttivo gran parte dei residui come piastrelle di scarto crude e cotte, residui di macinazione. Secondo i dati settoriali, il fattore di riutilizzo medio degli scarti di produzione risulta essere pari al 112%.
Il settore ceramico aderisce inoltre al sistema per lo scambio delle quote di emissione di CO2 (Emission Trading System – ETS) dell’Unione europea ed è pertanto impegnato nel raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030.